My best of 2017
“Una foto per me è bella quando ferma un momento simile a cento altri però unico,
e regala dignità e poesia a gesti e momenti ordinari.”
Il 2017 sta per chiudersi.
Anche se numericamente questo non è stato un Buon Anno di servizi matrimoniali, sono stati diversi quelli che mi hanno regalato belle soddisfazioni e spunti di riflessione.
Nel 2017 ho anche fatto il mio primo servizio fotografico di una unione civile per una coppia gay, che è stato uno dei migliori e più emozionanti che io abbia mai fatto.
Quest’anno ho capito con maggior consapevolezza cosa voglio dalla mia fotografia e anche cosa la caratterizza di più.
Ho inquadrato e messo a fuoco meglio (per usare una metafora fotografica) il tipo di scatto per cui sento maggiore predisposizione, e lo cerco e lo propongo senza ansie di approvazione.
Può sembrare strano questo dopo oltre 20 anni di attività come fotografo di matrimoni.
Ma il fotografo è un mestiere in continua evoluzione, perché alla base di esso c’è la sensibilità e la creatività, che crescono e cambiano nel tempo.
Quindi il modo di vedere le cose e di come le si vuole raccontare fotograficamente, inevitabilmente si evolve e modifica, continuamente.
Ho capito che per dare un valore aggiunto alle coppie e aver maggior gratificazione come fotografo, deve prevalere la mia visione personale rispetto alle “foto scontate” e a quelle da fare perché il cliente se lo aspetta.
Non mi sono mai accontentato di essere semplice esecutore del servizio fotografico, e oggi ancor di più, sono convinto che un buon fotografo di matrimonio deve essere un “autore”. Che si riconosce nel modo di scattare, nell’editing , e nell’impaginazione dell’album.
Lo scatto personale non arriva per caso, bisogna provocare o prevedere la situazione che porta alla buona foto, e anche evitare quelle un po’ “ruffiane” o “spettacolarizzate” che risentono della moda del momento, ma che rischiano di essere poco coerenti col proprio stile di fotografia.
Per me è importante che la mia foto venga percepita come “vera”, che riesca a trasmettere qualcosa di intimo e di specifico di quella persona o coppia fotografata. Non è importante se la situazione è stata colta al volo oppure creata dalla relazione tra fotografo e soggetto, è importante che sia credibile e in questo senso “vera”.
Per me una foto è bella quando c’è un sapiente uso della luce e della composizione e si nota un grande “colpo d’occhio”.
Una foto è bella soprattutto quando trasmette emozioni. Quando fa piangere e quando suscita un sorriso.
Quando è facile da capire e comunica subito una sensazione, un’emozione o un’informazione, senza bisogno di spiegare nulla.
Quando coglie l’insolito nel quotidiano.
Quando ferma un momento simile a cento altri però unico, e regala dignità e poesia a gesti e momenti ordinari.
Da queste considerazioni di fine anno, ho pensato di selezionare alcune delle mie migliori foto del 2017.
Tra tante ho scelte queste, perchè le sento personali e coerenti col mio concetto di bella fotografia.
Una fotografia che non cerca di suscitare un “wow”, ma esprime coinvolgimento ed empatia col soggetto.
Insomma… una foto “semplice e vera”, capace di emozionare.
Roberto Fusco
14/12/17