Sul come nasce una fotografia…
C’è l’imbarazzo della scelta a voler usare citazioni più o meno note, di fotografi celebri e non,
per definire la fotografia e cercare di spiegare come nasce.
Ma certe volte c’è poco da spiegare. Arrivano e basta. Così, da sole…
Certe volte sono le foto che cercano te.
Come certi pensieri, che ti portano lontano senza chiedere permesso.
Qualcosa guida la tua azione, il tuo occhio,
Le mani sulla fotocamera e scatti.
E scopri dopo, quando guardi quella foto, di aver fatto qualcosa che non avevi pianificato
ma che era li dentro di te, in una qualche forma non ancora espressa.
E’ quasi un istinto, un riflesso condizionato.
Non chiamarla arte, non chiamarla talento, non cercare di concettualizzarla…
“Tu chiamala se vuoi… Emozione“.
E’ lei che ti ha guidato, che ti ha fatto piegare giusto di quel tanto il ginocchio,
inclinare a quel modo la macchina fotografica e
decidere cosa tenere dentro e fuori dall’inquadratura.
E’ una scelta strettamente legata alla tua sensibilità e a ciò di cui si nutre.
Delle foto che guardi, dei film che vedi, dei libri che leggi, del cibo che mangi,
delle persone che ti circondano…
Quanto migliori e vari saranno gli ingredienti con cui DECIDI di nutrire la tua sensibilità
tanto migliori e personali saranno le fotografie che scatterai.
Sceglili bene e con consapevolezza.
Questa foto e’ tratta da un servizio fotografico di un matrimonio e
nel farla ho effettivamente provato la sensazione che ho cercato di descrivere.
Avevamo deciso, insieme agli sposi, di sfruttare come ambientazione per le loro foto,
un tipico borgo del sud Italia.
E così è andata e siamo stati contenti del risultato.
Poi alla location dove hanno fatto il ricevimento del matrimonio,
c’era una pergola con dei tralci che pendevano e mi e’ venuto di fare una serie di foto in controluce.
Il risultato mi ricorda certi disegni a china dal sapore orientale.
Quando ho guardato nel monitor questa fotografia, mi sono reso conto che era stata lei a cercare me.